Il Futuro della chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica passa attraverso la Medicina e Chirurgia Rigenerativa
Migliorare la qualità della vita e prolungarne la durata. Un progetto dalle prospettive incredibili
La durata della vita media è notevolmente aumentata in questi ultimi decenni e le prospettive dalla Medicina Rigenerativa sono sempre più promettenti. La vita dell’essere umano delle società primitive, in genere calcolata intorno ai 30 anni, era dovuta a fattori ambientali sfavorevoli, quella di un uomo moderno è più che raddoppiata e forse a breve sarà triplicata.
Se lo scopo della Medicina è stato quello di curare gli eventi avversi (malattie) che affliggono l’uomo nel corso della sua vita, la Medicina Rigenerativa si prefigge il duplice obiettivo non solo della cura delle malattie già manifestatesi (artrosi, piaghe da decubito, necrosi tessutali e tante altre su cui ogni giorno si concentrano le ricerche), ma anche quello di prevenire l’alterata funzione tessutale che poi condurrà a malattia. In questo senso la Medicina Rigenerativa si prospetta come una medicina del futuro anche preventiva che
potrà migliorare la qualità e prolungare la durata della vita.
La principale lotta contro l’invecchiamento si è basata soprattutto sulla terapia delle malattie e soprattutto quelle che riguardano l’apparato locomotore e in genere i tumori legati a fattori genetici e all’inquinamento ambientale.In numerosi laboratori di biologia di numerosi Paesi del mondo, si effettuano studi sulle cellule staminali e sulle possibilità di intervenire sul corpo umano per ripararlo o migliorarne la funzione ricostruendo tessuti danneggiati per malattia o perché semplicemente invecchiati.
Alla base della Chirurgia Rigenerativa, che prevede trapianti tessutali, è senz’altro quella cellula che, presente in tutti i tessuti dell’organismo vivente dalla nascita alla morte, è identificata come “cellula mesenchimale o staminale”.
Le cellule staminali sono cellule non specializzate, diverse da tutti i tipi di cellule degli altri tessuti costituenti l’organismo; sono ad alto potenziale proliferativo e sono in grado di rinnovarsi, attraverso la divisione cellulare, per periodi indefiniti, generando tipi cellulari specializzati che costituiscono i vari tessuti e organi.
Le cellule staminali possono essere semplicemente divise in due grandi famiglie:
1) cellule staminali embrionali
2) cellule staminali adulte/somatiche provenienti da vari organi e tessuti.
Una cellula staminale adulta cioè già parzialmente differenziata può solo originare alcuni tipi ben definiti di cellule (condrociti, grasso, cellule nervose etc.), una cellula staminale embrionale può invece generare tutte le cellule dell’organismo e cioè quelle del sangue, della pelle, del cervello, dell’osso etc., ma noi non possiamo al momento usare queste ultime.
Nell’organismo vivente esistono anche altri fattori biologici che interessano la Medicina Rigenerativa e sono i fattori di crescita, ampiamente utilizzati in chirurgia ortopedica, per implementare la formazione di osso nelle fratture che ritardano a guarire, da soli o in associazione alle cellule staminali, ma il loro utilizzo si è allargato anche in altri tipi di chirurgia: plastica, vascolare, oncologica etc.
I fattori di crescita cellulari, oggi molto utilizzati nella forma di PRP (Plasma Ricco di Piastrine), presenti in considerevole quantità nelle piastrine, sono sostanze di natura in genere peptidica/proteica in grado di stimolare e regolare la crescita e la proliferazione delle cellule. La preparazione del PRP è attuata attraverso una concentrazione mediante centrifugazione di sangue intero prelevato da una vena periferica del gomito.
I fattori di crescita sono in grado di:
A: indirizzare la differenziazione cellulare
B: stimolare la proliferazione cellulare
C: stimolare la sintesi di matrice extracellulare
D: effettuare una azione immuno modulatoria
Le cellule staminali possono essere prelevate da ogni parte dell’organismo umano, ma si preferisce prelevarle dal midollo (in genere mediante puntura con un grosso ago sulla cresta iliaca) o dal tessuto adiposo (per suzione dell’adipe addominale etc.).
Dal connubio Cellula Staminale e PRP prelevati dallo stesso paziente e quindi autologhi, non poteva che nascere un prodotto biologico ad alto potenziale rigenerativo oggi comunemente impiegato come trapianto per la riparazione di tessuti degenerati o alterati (cartilagine erosa e distrutta, piaghe da decubito, perdite di tessuto etc. Le cellule staminali e il PRP sono oggi impiegati spesso per la cura di condizioni degenerative articolari (artrosi, osteonecrosi dell’anca e artrosi del ginocchio e di altre articolazioni), ma anche per la cura di patologie infiammatorie e post- traumatiche muscolari e tendinee (tendine di Achille, della cuffia degli extarotatori, del ginocchio etc.) quindi in patologie sportive come ormai avviene da diversi anni.
La ricostruzione della cartilagine mediante tecnica di trapianto tessutale biologico vivente risale a oltre un decennio fa e consiste in un prelievo di piccoli frustoli di tessuto cartilagineo già differenziato ed il loro invio ad un laboratorio di Bioingegneria dove le cellule cartilaginee sono isolate e moltiplicate in particolari terreni di coltura; la grande quantità di condrociti che deriva dal processo è inviata al chirurgo per l’impianto sulla superficie articolare lesionata che il più delle volte è il ginocchio.
L’ingegneria dei tessuti e la medicina rigenerativa si prefiggono di promuovere e guidare meccanismi riparativi dei tessuti. Un prodotto di ingegneria tissutale può essere composto da cellule staminali prelevate dal paziente, in combinazione con biomateriali di nuova concezione e fattori di crescita per le cellule.
Questi prodotti possono essere utilizzati per la ricostruzione del tessuto sottocutaneo,osseo e cartilagineoe muscolare dove risultano necessari all’impiego di cellule mesenchimali e differenziate per la rigenerazione dei tessutie studio dei relativi scaffolds.
Lo sviluppo di biomateriali e scaffolds ottimali per la crescita ed il differenziamento cellulare è di basilare importanza per le tecniche di ingegneria tessutale. Per quanto riguarda le lesioni cutanee e sottocutanee , cellule mesenchimali staminali autologhe sonosolitamente impiegati per la formazione di costrutti ingegnerizzati con la successiva valutazione di efficacia pre-clinica.
Inoltre, sono in corso studi per verificare l’efficacia di tecniche di ingegneria tessutale non solo per la rigenerazione delle lesioni condrali acute ma anche delle lesioni degenerative osteoartrosiche ,ma anche di tessuto muscolo-scheletrico e d altri tessuti non ultimo anche quello mammario.
L’ingegneria tessutale, attraverso l’impiego di scaffolds, fattori di crescita, cellule autologhe, può rappresentare un approccio ottimale. Biomateriali biologici e sintetici vengono studiati per la rigenerazione di tendini e legamenti. In particolare, per lo sviluppo di scaffods- bioattivi, sono studiate le tecniche di decellularizzazione dei tessuti biologici quali le matrici collageniche decellularizzate che sono composte da collageno, proteine non collageniche, fattori di crescita e canali vascolari in assenza di cellule del tessuto donatore. Progetti di ricerca in corso hanno lo scopo di sviluppare e testare biomateriali e tecniche per tentare di ricostruire mediante scaffold una mammella senza la struttura ghiandolare ma solo connettivo adiposa.
La Preparazione e valutazione di stimolatori biologici nell’ingegneria tessutale Il gel di piastrine (GP) ed il plasma ricco di piastrine (PRP) sono attualmente largamente impiegati, da soli o in associazione a biomateriali e cellule, per le tecniche di rigenerazione ed ingegneria tessutale dei tessuti dell’apparato muscolo-scheletrico (osso, cartilagine, tendine, muscolo). Nonostante questo, in letteratura esistono ancora numerosi aspetti controversi sulla reale efficacia dei derivati piastrinici. I metodi di preparazione, le metodologie di valutazione ed alcuni fattori legati alla sede della lesione che si vuole trattare sembrano essere i principali responsabili delle variabilità dei risultati ottenuti in letteratura. Per tali motivi, molti sono gli aspetti che restano da approfondire al fine di rendere più affidabili e ripetibili i vantaggi legati all’utilizzo dei fattori di crescita contenuti in GP e PRP. I progetti in corso hanno lo scopo di valutare GP e PRP da soli o in associazione a cellule e biomateriali per il trattamento di diversi tessuti conparticolare interesse a fattori e variabili che possono influire sull’efficacia terapeutica.
le prospettive future sono incredibili! Ormai è possibile osservare, con un po’ di lungimiranza, un futuro in cui malattie il cui trattamento attualmente richiede importanti interventi chirurgici, sacrificio di tessuti, impianto di protesi, possano essere curate con una semplice infiltrazione; immaginare un controllo talmente fine della biologia cellulare e tessutale da rendere possibile la costruzione, ricostruzione o rigenerazione di organi interi.